Le trasformazioni post-industriali

Luca Eramo

Agli inizi degli anni ’70, Torino affronta una grave crisi economica che, insieme all’introduzione della robotica, provocò una riduzione dell’occupazione nelle industrie. Negli anni ’80, il declino del modello fordista culminò con la dismissione della FIAT e la cessione degli impianti siderurgici. Diverse industrie, come gli stabilimenti Michelin e la stessa FIAT, furono trasferite al Sud Italia o all’estero, dove il costo del lavoro era più basso. Un censimento alla fine degli anni ‘90 ha identificato ben 128 aree industriali dismesse a Torino, tra cui gli stabilimenti Michelin e Paracchi. Nel 1995, con l’attuazione del piano regolatore, il Comune di Torino avviò la riqualificazione delle aree industriali dismesse. Il piano prevedeva la riqualifica e rifunzionalizzazione di queste zone in aree residenziali, commerciali e terziarie, con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e alla valorizzazione delle strutture industriali esistenti suddivise in “spine”. Quelle che ci interessano sono “spina 3” e “spina 4”La Spina 3, sviluppatasi lungo il fiume Dora nel quadrante Nord di Torino, coinvolse la trasformazione delle aree delle ex Ferriere Fiat e Michelin, per la realizzazione, nel 1997, del parco scientifico tecnologico Environment Park e il Parco Dora. Il primo ospita aziende orientate alla green economy e la realizzazione del parco; il secondo progettato da Peter Latz, integra i resti industriali, tuttavia, ci sono state delle problematiche legate alla bonifica dei terreni e delle acque contaminate. Altri progetti, come quelli relativi alla Società Nazionale Officine di Savigliano e all’ex Diatto-Snia Viscosa, riuscirono a integrare la conservazione architettonica con una nuova destinazione d’uso, mantenendo una connessione con la memoria storica industriale. Nella zona di Lucento a fabbrica Paracchi di via Pianezza tra il 2005 e il 2009 dopo un progetto di riqualificazione urbana si trasforma in uffici, residenze e spazi commerciali mantenendo le caratteristiche architettoniche originali.
Il progetto di Spina 4 si sviluppa lungo l’asse stradale di Corso Principe Oddone ad est della spina 3; le prime aree di riqualificazione riguardano l’area dell’ex Incet, trasformata in uno spazio multifunzionale che ospita eventi culturali, spazi per il coworking e altre attività comunitarie. Il complesso di magazzini industriali, Docks Dora, sono stati riqualificati per ospitare studi artistici, spazi espositivi e locali notturni incrementando la vita notturna e sociale nella zona grazie agli ampi spazi già presenti dei precedenti magazzini. Spina 4 si afferma però, con il parco Aurelio Peccei e Parco Sempione cercando di imporsi come luogo di aggregazione e socialità ma anche come rinascita del quartiere circostante al posto dell’area ex Metallurgica Piemontese; attorno ad essi si sviluppano aree residenziali e terziarie aumentando i servizi e la qualità degli spazi di un’ex area industriale. Per quanto riguarda le infrastrutture i due progetti principali sono la stazione Rebaudengo per un miglior collegamento Torino-Ceres e la futura linea 2 della metro che collegherà l’area a Nord-Est di Torino con l’area a Sud-Ovest.

Fig. 3 – Parco intitolato ad Aurelio Peccei, Manager della Fiat e amministratore delegato di Olivetti, con vista sull’unico reperto archeologico industriale rifunzionalizzato, Fonte: Michele D’Ottavio

Il processo di riconversione post-industriale di Torino Nord non è ancora concluso, e molte aree sono rimaste “in attesa” di un intervento; il loro recupero richiede un piano di coordinamento che contempli la valorizzazione del patrimonio industriale e l’integrazione con le nuove esigenze urbane. La trasformazione della città continua a essere una sfida, con il rischio che la memoria storica venga persa a favore di uno sviluppo che non tenga conto della ricchezza culturale e sociale dei luoghi. “La città industriale per eccellenza non ha saputo dare vita a un “Museo dell’industria” che potrebbe trovare degna collocazione in uno dei manufatti superstiti in attesa di destinazione, oppure essere diffuso sul territorio, nelle aree di trasformazione, come testimonianza di un passato da non cancellare.”


Bibliografia
Rossella Maspoli, Agata Spaziante (a cura di), Fabbriche, borghi, memorie: processi di dismissione e riuso post-industriale a Torino Nord, Firenze: Alinea, 2012.
Emiliana Armano, Carlo Alberto Dondona, Fiorenzo Ferlaino (a cura di), Postfordismo e trasformazione urbana: casi di recupero dei vuoti industriali e indicazioni per le politiche nel territorio torinese, Torino: IRES, 2016.
Guercio S., Robiglio M., Toussaint I., Periferie partecipate. Cinque casi di riqualificazione urbana a Torino (Italia), in Ciudades, 2018, vol 08. Osservatorio di Torino, 2005. Rapporto Fieri 2004. ISMU, 2015

Carta 3 Carta Tecnica Regionale Numerica CTRN 1:10.000 (1991-2005). Carta Tecnica Regionale Numerica CTRN 1:10.000 (1991-2005) < https://www.geoportale.piemonte.it/geonetwork/srv/api/records/r_piemon:2e02fda6-24ee-45bb-a36e-a2fab030b9e1 >