La comunità

Paola Airola

Figura 2 “Finalmente a casa “, fotografia del Circolo Culturale Istriano, Fiumano e Dalmata in Via Parenzo, 95/60

Il quartiere, nonostante le trasformazioni nel tempo, conserva la memoria di una forte coesione sociale. Un tempo simile a un “paesino”, era caratterizzato da strette relazioni tra i residenti e luoghi di incontro come cortili e oratori. Con il ricambio generazionale e le modifiche urbanistiche, la popolazione è cambiata, portando a una maggiore diversificazione sociale e alla scomparsa di strutture tradizionali come negozi di vicinato e centri di aggregazione. Nonostante queste perdite, il quartiere si è impegnato a ricostruire lo spirito comunitario attraverso nuove iniziative e spazi condivisi, favorendo l’integrazione e la socialità.

«Allora, i cortili erano i punti di incontro, l’oratorio della San Bernardo e Brigida…» (Sandra) -I cortili e gli oratori sono luoghi di socializzazione e incontro per i giovani, punti centrali nella formazione di una comunità coesa. Questi spazi rappresentano il legame fisico e sociale che unisce i membri della comunità, soprattutto nella sfera più informale e quotidiana.

«Si voleva più bene, c’era tutto un modo di aiutarsi.»  (Antonio)- La solidarietà è un valore fondante della comunità, fondamentale per affrontare difficoltà collettive.

«Non ci siamo mai scontrati con nessuno, questa è la vita di questa qua, se dovessi raccontare la mia vita, ho fatto 12 anni di campi profughi. »  (Egidio)- Il concetto di inclusività è centrale, con l’idea di vivere in armonia con altri gruppi attraverso la cooperazione.

Nonostante i cambiamenti, la comunità non ha mai perso completamente il legame che unisce i suoi membri. Il desiderio di ricostruire un senso di appartenenza e di coesione sociale è rimasto forte. La resilienza del quartiere si manifesta nella continua ricerca di forme alternative di aggregazione e nella creazione di spazi condivisi che consentano ai residenti di riappropriarsi di quel senso di coesione che li aveva contraddistinti in passato.

«Noi vogliamo opere. Non soldi. Noi avevamo già fatto il piano di cosa volevamo.» (Antonio)- La comunità non si limita a ricevere aiuti, ma si attiva autonomamente per migliorare le proprie condizioni.

Figura 3 Antonio Vatta nel 2012, fotografia del Circolo Culturale Istriano, Fiumano e Dalmata in Via Parenzo, 95/60

La storia del quartiere è segnata da importanti lotte, tra cui la battaglia per i diritti abitativi. Grazie all’impegno della comunità e di un comitato locale, è stato raggiunto un traguardo significativo con la legge 560 del 1993, che ha permesso l’acquisto di case a prezzi accessibili. Tuttavia, il percorso è stato reso difficile da ostacoli burocratici e lunghe trattative con il demanio, mettendo alla prova la determinazione dei residenti.

«Questo è come è nato il circolo. Due persone che riescono a fare tutto.» (Antonio)- La nascita di un circolo comunitario evidenzia il valore della collaborazione e del supporto reciproco.

«Abbiamo fatto 13 condomini in sei mesi, quando siamo stati proprietari. »  (Antonio)- Questo mostra la forza della collaborazione nella realizzazione di obiettivi comuni.

«Quando diventi proprietario ognuno poi sembra di essere padrona, sono cominciati a incontrare screzi. » (Egidio) – La proprietà individuale può influire sulle dinamiche comunitarie, innescando conflitti.

Malgrado le difficoltà, la lotta per il riconoscimento dei diritti abitativi ha portato a successi concreti, come l’acquisto delle abitazioni, e a una riflessione sulla forza della coesione sociale. Le esperienze del quartiere testimoniano un passato di lotte e offrono un insegnamento per le generazioni future, lasciando un patrimonio di resilienza e impegno collettivo che alimenta un rinnovato senso di appartenenza.

Figura 4 Libro creato dai Membri del Circolo Culturale Istriano, Fiumano e Dalmata, fotografia del Circolo Culturale Istriano, Fiumano e Dalmata in Via Parenzo, 95/60

La comunità si costruisce non solo attraverso le relazioni umane, ma anche grazie alle lotte condivise, all’attaccamento al territorio e alla capacità di accogliere la diversità. La connessione tra generazioni, il sostegno reciproco e il lavoro comune per il miglioramento collettivo sono fondamentali, trasformando il quartiere in una realtà basata su solidarietà e impegno.

«L’oratorio è un elemento fondamentale della socializzazione e poi anche del fatto che una parte, passando a setaccio, vada a dare continuità alle varie forme associative della parrocchia […] Però più in generale è proprio un momento interessante di creazione di legami e di cose di questo genere che contribuisce al tessuto comunitario, perché la scuola lo fa ma l’oratorio lo consolida ancora di più.» (Giorgio) – L’oratorio è un punto centrale per la socializzazione e il rafforzamento dei legami comunitari. Funziona come fulcro delle relazioni, continuando le tradizioni parrocchiali e contribuendo a costruire una rete sociale solida. Sebbene la scuola favorisca la creazione di legami, l’oratorio li consolida, rendendo la comunità più coesa.

Figura 5 Santa Caterina, uscita dalla messa, fotografia del Circolo Culturale Istriano, Fiumano e Dalmata in Via Parenzo, 95/60

La comunità del quartiere è un’entità dinamica, che evolve attraverso la partecipazione attiva dei suoi membri. Nonostante i cambiamenti fisici e sociali, rimane forte la volontà di preservare un legame di solidarietà, che consente ai residenti di affrontare insieme le sfide quotidiane. La comunità, quindi, si costruisce e si rafforza attraverso la collaborazione, l’adattamento e il mutuo aiuto, creando un tessuto sociale coeso, resiliente e capace di rispondere alle difficoltà del presente.